di Umberto Oreste
L’assemblea del 6 aprile a Grottaminarda in provincia di Avellino, promossa dal Comitato di resistenza operaia della Irisbus e dal Comitato No Debito di Napoli, ha riscosso un grande successo organizzativo e politico. Più di trecento compagne e compagni, provenienti da ogni parte d’Italia, si sono ritrovati a discutere su come estendere il conflitto sociale, riaprire le fabbriche in crisi, creare posti di lavoro.
Già il numero enorme di adesioni all’appello lanciato dagli operai dell’IRISBUS, di comitati di lotta, di personalità della politica e della cultura, di esperienze di sindacalismo conflittuale, preannunciava la riuscita dell’iniziativa. Certo solo alcune delle vertenze aderenti sono state fisicamente presenti, date le difficoltà logistiche ed economiche: impossibile ricordarle tutte: basti citare la Ginori, la RIMaflow, la Marcegaglia Buildtech, la ExEsplanaSud, la Bosh di Bari, la Ergon, i cassaintegrati dell’Alitalia, le aziende partecipate della Regione Campania, gli operai della Fiat di Pomigliano, Termoli, Cassino.
Il dibattito protrattosi per circa quattro ore, con più di trenta interventi da situazioni di lotta, non è riuscito a permettere di intervenire a tutti coloro che lo avrebbero voluto. Ma bisogna sottolineare soprattutto gli aspetti politici dell’iniziativa: tanti lavoratori protagonisti di vertenze diverse hanno avuto la possibilità di incontrarsi, tessere relazioni orizzontali, accordarsi su percorsi comuni. Estremamente positivo l’incontro degli operai con il movimento dei migranti che ha annunciato una mobilitazione di massa a Napoli insieme ai disoccupati, ai precari, agli studenti sui temi del lavoro e del reddito. Dato questo che indica che il conflitto di fabbrica si incontra con il conflitto sociale.
Certo la strada da percorrere non è semplice né breve: la spinta promossa dall’assemblea di Grottaminarda può esaurirsi presto se tutte le componenti aderenti all’appello non costruiscono insieme un percorso di proiezione esterna con una campagna sul rifiuto del fiscal compact e del pagamento del debito, vero nodo della crisi che attraversiamo. L’assemblea si è proposta di approfondire in un tavolo permanente misure concrete per la riapertura dell’Irisbus e delle altre fabbriche in crisi, mettendo in rete progetti ed esperienze.
Nell’immediato tutti hanno convenuto nel sostegno alla manifestazione lanciata dai migranti il 19 aprile sotto la sede del consiglio della regione Campania.
Umberto Oreste